NELL'INCANTO DELLA SILA

Sono più di quaranta anni che frequentiamo la Sila e ogni volta è una nuova
visione che riempie l’anima, un male inguaribile. L’azzurro terso di un
mattino primaverile ci coglie ai margini di una radura brillante di
rugiada. Impegnati ad immergerci totalmente in questa vita che ci
circonda. Qua e la, lungo il sentiero, gruppi di giunchiglie, giacinti e
violette sono disposti come su una tela di un “macchiaiolo”. Uniche
testimoni della nostra marcia, alcune mucche al pascolo brado. Ecco la
in fondo il torrente che segue il suo percorso tortuoso tra larici e
faggi. Lasciando il comodo sentiero ne risaliamo il corso seguendo le
sponde infrascate. Ci apriamo la strada tra l’intreccio fitto dei rovi.
Alcuni merli d’acqua saltano sui rami protesi sul torrente. Tra i rami
sommersi di un grosso ontano abbattuto, giocano alcune trotelle.
Giovanni è estasiato ! Lo è ancora di più quando alla fine di una
correntino si intravvedono numerose e fragorose bollate di trotelle.
Pozze e cascate si susseguono ad ampie lame sotto una galleria verde.
Negli spazi aperti il sole, ormai alto, inonda anche le buche più
profonde.



Aggiriamo con cautela i posti più promettenti. Farsi scorgere in queste
condizioni significherebbe un cappotto certo. Ero rimasto indietro,
attardandomi a osservare alcuni insetti volare a pelo d’acqua quando
sento la voce di Giovanni che dice:- questo si che è un bel posto!
Davanti a noi un ampio tratto, completamente sgombro, una cascatella più
in là e un lento defluire verso un ghiaieto. Lì a stagliarsi
perfettamente sul fondo due lunghe ombre, una di fianco all’altra,
tranquille col muso in corrente. In religioso silenzio, Giovanni tira
fuori dal mulinello un po’ di coda, quanto basta per il lancio. La mosca
si posa leggera sull’acqua che esplode di colpo. La canna si piega ed
il cimino vibra veloce. Un duello irreale, in pochi centimetri di acqua
limpidissima si vede la trota picchiare potente. Un appiglio, una radice
e poi forse la libertà. Rumori e odori per un attimo come cancellati.
Impotente vedo Giovanni che trasecola, scivolando sul granito insidioso.
Si rialza, la canna è ancora un arco teso, arretra lentamente ma
deciso. Un ultimo scatto del cimino ed è tutto finito.


Trentacinque centimetri di vita saltellano ancora sull’erba verde della sponda.
Giusto il tempo per uno scatto e dopo essersi bagnato la mano,
Giovanni, con molta delicatezza slama la trota e le ridà la libertà.
Intanto alcuni rapaci volteggiano e lanciano richiami lassù tra il rosso
degli ultimi raggi di sole.

Senza parole...

SPETTACOLARE!!!!

chissa che x tutti questi racconti un giorno non ti deciderai di scrivere un libro anche tu complimenti veramente

martino ha scritto:chissa che x tutti questi racconti un giorno non ti deciderai di scrivere un libro anche tu complimenti veramente

Grazie per i complimenti!! Se mi trovi un editore disposto a pubblicarlo, faremo una raccolta di racconti e con i proventi faremo tanti pic nic.

e sempre si trova un editore tu sei bravissimo incomicialo a scrivere l editore lo troviamo

bellissimo

Si complimenti per la narrazione...... ma a noi ,QUANDO CI PORTI?

Mariano ha scritto:Si complimenti per la narrazione...... ma a noi ,QUANDO CI PORTI?

Siete voi che dovete muovervi, o devo venire a prendervi?

Muoversi o non muoversi...questo e il problem....